lunedì 23 marzo 2009

FOLK INDUSTRIAL NIGHT


NEMBROT LIVE @ RISING SOUTH via S. Sebastiano - Napoli
in occasione di:

ANTEPRIMA DISFUNZIONI SONORE

selezioni musicali: dj Bondage

RECENSIONE SU ASAP FANZINE


Il futurismo fu una corrente artistica a 360° che nel suo nonsense influenzò notevolmente la cultura successiva. Nonostante questo in molti considerano il futurismo, in letteratura ad esempio, un insieme di simboli senza senso. Con le debite proporzioni, questo è l’approccio che si potrebbe utilizzare verso questa band campana, i Nembrot, che fa dello sperimentare il proprio cavallo di battaglia. Il loro suono è un misto di noise, ambient surreale, con una forte attrazione per quello che può essere definito suono industriale, e a sostegno di questo, troviamo l’utilizzo si strumenti non convenzionali, come lamiere, teglie, trapani e ferraglie varie, quelli che nella nota di presentazione del disco, vengono definiti “detriti della società post moderna”. La ricerca riveste un ruolo fondamentale per la band, che non trova stimoli nella classicità dei suoni e delle accordature, ma ricerca continuamente nuovi suoni, nuove soluzioni… dove conduce questa ricerca? Questa è la domanda che mi pongo ascoltando le tracce di questo disco, che fluiscono come le spire di una catena che si muove pesante. Potrebbe rappresentare un’espressione nuova, ma potrebbe nel contempo essere catalogato come un cd tanto ostico quanto privo di un suo senso.
Di sicuro si tratta di un ascolto ostico, che può restituire più di un’emozione superficiale solamente ad un ascoltatore preparato che approcci questo lavoro così particolare nella maniera più corretta.

Roberto Conti

NEMBROT SU ASAP FANZINE

mercoledì 18 marzo 2009

ARTICOLO SU ZERO

C’è chi li ha definiti eredi dei Pink Floyd, chi pensa producano solo un fastidioso rumore; ma i Nembrot sono i Nembrot: unici per il loro sound, l’intensità dei pezzi e l’atmosfera surreale che si crea ogni qual volta i loro strumenti (spesso non convenzionali) “vibrano” in maniera assolutamente singolare.
Brani come “Insano” conducono l’ascoltatore in una dimensione quasi lynchiana, che si protende ne “La refurtiva del Vile” passando per “Claustrofobia” (3parti) fino ad arrivare a “Incondizionata resa”.
Un viaggio non solo musicale ma piacevolmente nembrotico, che vale la pena intraprendere.

Maria Grazia Izzo

http://napoli.zero.eu/eventi/2009/03/21/nembrot/